venerdì 19 febbraio 2010

Londra (1)

Il primo impatto con la città, appena arrivato all'aeroporto, è stato quello di essere uno fra tanti. Ed era quello che cercavo. L'essere anonimo tra sconosciuti. Londra è una città in cui ci si può perdere. L'indifferenza delle persone può essere un rifugio.

Sono arrivato lì con i soldi sufficienti per viverci un mesetto, d'estate. Ma poi ci sono restato un po' più a lungo, fino all'inizio del 2010. E per farlo ho dovuto smettere di cercare di essere invisibile e tutto un mondo mi si è dischiuso. Ve ne parlerò nei prossimi post, raccontandovi i momenti per me più importanti.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Hum, Le grandi città opffrono questa possibilità. Essere nessuno tra i nesuni. ma in reltà, quando pensiamo di essere nessunoi, si rivela semrpe essere una nostra proiezione psicologica portata all'esterno.

Anonimo ha detto...

Amo Londra: se giri con le cuffie enormi in testa rosa shokking nessuno ti dice niente, se hai i capelli mezzi viola e mezzi normale, neppure... Qui invece...
Anche solo girare col poncho della pace è un problema...
Peccato che a me dia la sensazione di rimanere schiacciata da quella "libertà-non libertà" che ti trasmette...
Ps: Mi hai aggiunto al blogroll!! I'm happy!!! *.*

Zitellaccia Acida ha detto...

@pink: sì, ma non sempre è facile rendersene conto...


@miss: 'libertà-non-libertà' è proprio il termine giusto...

Pisolo ha detto...

Ciao sono arrivato su questo blog per caso e non ho potuto evitare di leggerlo tutto di un fiato. Cliccare sul tasto "segui" è stata quasi una reazione istintiva. Complimenti. Londra è una grandissima città e la penso come Miss Ale Kaulitz sulla questione della "libertà-non libertà".

Buona vita.

Zitellaccia Acida ha detto...

Ciao pisolo, benvenuto sul blog! Sono contento che ti piaccia! Torna presto,

Zitte